Certificazioni

DOP

BIO

Si intende per «denominazione d’origine», il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese, la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico, inclusi i fattori naturali e umani, e la cui produzione, trasformazione e elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata. »

La denominazione di origine protetta, meglio nota con l’acronimo DOP, è un marchio di tutela giuridica della denominazione che viene attribuito dall’Unione europea agli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui sono stati prodotti.

L’ambiente geografico comprende sia fattori naturali (clima, caratteristiche ambientali), sia fattori umani (tecniche di produzione tramandate nel tempo, artigianalità, savoir-faire) che, combinati insieme, consentono di ottenere un prodotto inimitabile al di fuori di una determinata zona produttiva.

Affinché un prodotto sia DOP, le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione devono avvenire in un’area geografica delimitata. Chi fa prodotti DOP deve attenersi alle rigide regole produttive stabilite nel disciplinare di produzione. Il rispetto di tali regole è garantito da uno specifico organismo di controllo.

Il CodexAlimentarius definisce l’agricoltura biologica come un sistema globale di produzione agricola che privilegia la gestione razionale delle risorse interne all’azienda e l’uso limitato degli imputs esterni a salvaguardia dell’agroecosistema in tutti i suoi aspetti.

L’agricoltura biologica è un metodo di produzione che mira essenzialmente:

  • a custodire la fertilità del terreno a lungo termine, riciclando i rifiuti di origine vegetale e animale (concimi organici) al fine di restituire gli elementi nutritivi alla terra, riducendo in tal modo il più possibile l’utilizzo di risorse non rinnovabili;
  • ad aumentare la diversità biologica;
  • a lavorare con i sistemi naturali piuttosto che cercare di dominarli;
  • a coltivare senza impiego di prodotti chimici di sintesi e di OGM (organismi geneticamente modificati);
  • ad annullare o ridurre nei minimi del possibile ogni forma di inquinamento dell’agroecosistema e delle risorse idriche;
  • a un maggior rispetto degli animali allevati perseguendo, come obiettivo principale il loro benessere;
  • a manipolare i prodotti agricoli, con particolare attenzione ai metodi di trasformazione, allo scopo di mantenere l’integrità biologica e le qualità essenziali del prodotto in tutte le varie fasi;